SUONI & COLORI - 10 Dicembre - 18:00
Museo Archeologico di Calatia - Maddaloni

Sinestesia

Mostra di poesia visiva a cura di Angela Caporaso

visibile negli orari di apertura del Museo

dal 10 al 18 dicembre

SINESTESIA

Mostra di poesia visiva a cura di Angela Caporaso

visibile negli orari di apertura del Museo

Opere di

Lello Agretti

Vittore Baroni

Carla Bertola

Alfonso Caccavale

Angela Caporaso

Italo Carrarini

Giuliano Cotellessa

Mauro Dal Fior

Maurizio Esposito

Cinzia Farina

Federico Federici

Gruppo Sinestetico

Oronzo Liuzzi

Serse Luigetti

Ruggero Maggi

Giorgio Moio

Enzo Patti

Walter Pennacchi

Lamberto Pignotti

Ptrzia (TicTac)

Ilia Tufano

Sinestesia” è una mostra di poesia visiva che presenta ventuno opere realizzate appositamente per questo evento. Trattasi infatti di opere che possono essere definite sinestetiche in quanto traducono il suono in un colore o in un segno visivo in modo da generare una contaminazione sensoriale. La mostra è stata organizzata in occasione dei centocinquant’ anni dalla nascita del compositore e pianista Aleksandr Skrjabin che fece della fusione tra suono e colore uno dei punti centrali della sua ricerca - tanto che nel 1910 compose “Prométhée. Le Poème du feu” per la cui esecuzione progettò il clavier à lumières, ovvero uno strumento musicale capace di proiettare, a ogni nota o cambio d'armonia corrispondente, un fascio di luce colorata in modo da fondere le percezioni del nervo uditivo e del nervo ottico. Ed infatti la sinestesia è proprio quel fenomeno che indica la contaminazione delle percezioni di sensi distinti: ascoltare un colore, visualizzare un rumore o assaporare un profumo. Un esempio molto noto di sinestesia lo troviamo nei versi della poesia di Salvatore Quasimodo “Alle fronde dei salici” allorquando il poeta per descrivere un urlo usa l’aggettivo nero “…all'urlo nero/della madre che andava incontro al figlio…” o ancora nella celeberrima poesia di Arthur Rimbaud “Voyelles” “A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu…” in cui il poeta al suono di ogni vocale attribuisce un diverso colore. Il critico letterario Pierre Petitfils a proposito di questi versi ci racconta che Rimbaud li compose influenzato dall’amico Ernest Cabaner, un musicista bohémien che frequentava molti pittori e che per insegnare musica usava un metodo cromatico colorando ogni nota con una tinta definita. Sia nella poesia “Alle fronde dei salici” che in “Voyelles” per descrivere la sinestesia sono stati indicati i suoni come sorgente di simultaneità percettiva, ma ovviamente questo è un ruolo che possono avere anche i colori: non a caso Vincent Van Gogh nelle lettere al fratello Theo descriveva proprio questi ultimi come fonte di stimoli sia visivi che acustici. E a questo punto, per concludere, diventa impossibile non citare Vasilij Kandinskij la cui ricerca ha condotto ad un’arte sempre più astratta che, al pari della musica, ha completamente perso la funzione sia d’illustrare che di riprodurre la realtà. Un’arte a proposito della quale Kandinskij usava termini quali “sinfonia di colori” ocomposizione” per sottolinearne appunto l’affinità con la musica. Ed infatti scriveva “Mi sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale”

Angela Caporaso