Deve ai suoi ininterrotti studi sulla materia teatrale e alla sua formazione d'alta scuola la versatilità e la poliedricità della sua arte, che le hanno consentito di spaziare nei generi e nelle tematiche del teatro d'ogni tempo e di ogni nazionalità, dal personaggio di Elettra (ne l'Orestiade, sulle rovine di Gibellina) ai personaggi del teatro di Eduardo e di Simenon, dalle tematiche del teatro di Dostoevskij, di Marivaux, di Massenet a quelle dei grandi di casa nostra, da Palazzeschi a Mastriani a Ugo Betti a De Marchi e, naturalmente, a Eduardo. Se Eduardo è stato il suo mentore e il suo ideale punto di riferimento etico e affettivo, la sua voce si è modulata su parole e suoni che appartengono al patrimonio culturale dell'umanità, l'unico tesoro che non teme deprezzamenti e che continua ad alimentare il nostro bisogno del bene e del bello. Dei testi sacri da lei interpretati, citiamo emblematicamente lo Stabat Mater di Pergolesi nella Chiesa di San Francesco di Paola e la Passio Perpetuae et Felicitatis, opera del terzo secolo di Tertulliano, musica di Fabrizio Romano, al Teatro Comunale di Benevento.