Se si dovesse definire Alain Meunier con una
parola sola, "eclettismo" è quella che si imporrebbe. Ma anche curiosità,
libertà, apertura di spirito. Numerosi musicisti contemporanei hanno composto
per lui; nondimeno, egli resta interprete attento del repertorio classico e
romantico, e se a lungo ha privilegiato la musica da camera, attualmente a tali
esperienze si affianca una profonda propensione per il repertorio solistico.
Nato nel 1942, allievo del grande violoncellista Maurice Maréchal, si è formato
al Conservatoire National Supérieur de Musique di Parigi, dove ha ottenuto quattro
primi premi: in violoncello, piccolo complesso orchestrale, musica da camera,
estetica musicale; nel medesimo Conservatorio è stato a lungo docente di musica
da camera. Fedele dal 1964 all'Accademia Chigiana di Siena (prima come allievo,
poi come professore); per lungo tempo frequentatore assiduo del Festival di
Marlboro; "pilastro", fin dalla fondazione e per molti anni, delle Settimane di
Musica d'insieme di Napoli così come degli Incontri internazionali di Asolo.
Fra le sue numerose incisioni discografiche si segnalano il Trio op. 11 di
Beethoven, con Rudolf Serkin al pianoforte e Richard Stoltzman al clarinetto,
le Sonate per violoncello e pianoforte di Debussy, di Hindemith e di Malipiero,
il "Quatuor pour la fin du temps" di Messiaen e le Sonate a quattro di Rossini. Recentemente ha registrato le Suites per violoncello solo di Bach, che hanno
ricevuto ottime recensioni dalla stampa specializzata. È direttore artistico
del famoso Concours International de Quatuor à cordes di Bordeaux, oltre che delle
Serate di Musica d'Insieme di Villa Pignatelli a Napoli per l'Associazione
Alessandro Scarlatti e del Festival di Entrecasteaux in Francia. In sintesi, lo
si ritrova dovunque la musica di ieri e di oggi si fa, si muove, vive.